Recensione del libro “I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica”

 

Lara Giambalvo

 

 

Educare non significa riempire un secchio,

ma accendere una fiamma.

William Butler Yeats

 

Come nascono e si sviluppano il pensiero creativo e la capacità di pensare creativamente?

Franco Lorenzoni, ripercorrendo un anno di insegnamento nella quinta elementare di una scuola di un paesino umbro, ci illustra con delicatezza e limpidezza tutti gli strumenti utili per affrontare questo viaggio.

Innanzitutto pensiero e capacità di pensare nascono nel tempo. Il dizionario etimologico ci dice infatti che il termine pensiero deriva dal latino “pensum”, che si riferisce alla quantità, espressa in peso, di lana grezza che le filatrici potevano filare quotidianamente. Un tempo generoso ci accorda la libertà di affidarci a tentativi ripetuti, a prove ed errori e ci consente di sviluppare quella adeguata capacità di tollerare la frustrazione che l’errare porta inevitabilmente con sé. La creatività teme la fretta e pertanto, come dice l’Autore, se vogliamo evitare che qualcuno resti indietro, le esperienze di apprendimento devono essere assaporate lentamente.

Essenziale è poi un ascolto accogliente e non giudicante, un ascolto che sappia dare valore alle differenze e alle specificità di ciascuno, un ascolto che non asfissi con risposte preconfezionate, ma permetta di respirare l’aria fresca delle domande che restano aperte. Solo in questo modo è possibile godere del gusto della scoperta e tenere in vita l’entusiasmo nei confronti dell’imparare cose nuove di noi e del mondo che ci circonda.

Non bisogna poi dimenticare che pensiero creativo e capacità di pensare sono figlie del concreto, sono lana grezza che viene filata: non si può imparare solo dai libri, bisogna giocare e mettere in scena ciò che si desidera conoscere, chiamare in causa il corpo e tutti i suoi sensi, usando materiali, uscendo dalle aule, mettendoci le mani insieme alla testa.

Infine il pensiero e la capacità di pensare nascono nelle relazioni, nell’incontro tra persone che comunicano e che si scambiano opinioni e sensazioni, nella mescolanza dei pensieri di ciascuno alla ricerca di un pensiero nuovo del gruppo. Soltanto l’essere in relazione infatti permette di sviluppare il percorso di apprendimento in tutte le sue forme, nel suo lento incedere, come nei suoi guizzi fulminei.

Il viaggio non è sempre lineare e l’Autore mette in luce anche i tanti momenti di difficoltà di cui è costellato, i dubbi, le fatiche, la rabbia e le incomprensioni che esso suscita, la paura di non riuscire e il rischio di rinunciare che lo accompagnano. Ingrediente fondamentale diventa dunque il coraggio di mettersi in gioco e di essere disposti ad abbandonare la sicurezza del conosciuto, per avventurarsi nell’ignoto.